Premesso che:
la crisi degli allevamenti italiani, già emersa in tutta la sua gravità durante il lockdown adottato per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19, rischia di apparire irrecuperabile a seguito del prospettato crollo del prezzo del latte alla stalla per l'anno 2021;
sembrerebbe, infatti, che per il 2021 il prezzo del latte bovino italiano sarà di 355 euro per 1.000 litri;
molti allevamenti italiani sostengono oggi costi di produzione superiori ai prezzi di acquisto; questi ultimi, qualora venissero confermati, determinerebbero una notevole perdita di reddito per gli allevatori. Ad esempio, per una stalla di 100 bovine in lattazione, che produce 1.204.500 litri di latte all'anno, un calo di un centesimo al litro comporta un mancato ricavo di circa 1.000 euro al mese;
la volatilità del prezzo del latte alla stalla, intaccando pesantemente i ricavi degli allevatori, riduce inoltre la loro propensione agli investimenti e agli acquisti, con un danno enorme per tutto l'indotto;
la produzione primaria di latte e di carne è un asset economico e sociale strategico per il nostro Paese. Preoccupa dunque la debolezza e la fragilità della filiera, nei confronti della quale è necessario che le istituzioni intervengano, al fine di riposizionare il settore sulla strada della crescita e far fronte al calo dei consumi che ha avuto un impatto lungo tutta la filiera;
nell'audizione del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, presso la 9a Commissione permanente (Agricoltura e produzione agroalimentare) del Senato, sulle linee guida per la definizione del piano di ripresa e resilienza, non è emersa una chiara posizione rispetto al sostegno della filiera del latte bovino,
si chiede di sapere quali misure il Ministro in indirizzo, anche nell'ambito della definizione degli interventi del piano nazionale di ripresa e resilienza, intenda adottare a sostegno della zootecnia da latte italiana, vera forza del made in Italy.